Non so quando e` comminciato questo amore per la musica tradizionale italiana... Vorrei credere che c`e` l`ho nel sangue.
Forse perche questa musica e` un inno dedicato alla vita`... all` amore per la vita`.
Non sono italiana pero` ammiro questo popolo e sopratutto la sua capacita` di affrontare la vita` con la musica ...con l` eterno ed l`infrangibile amore per la bellezza ....
Penso essere davvero meraviglioso vedere gente che balla sull`orlo dell`abisso...

venerdì 19 settembre 2008

Pizzicarella

pizzc jè u sang da pugliè

Nella PIZZICA PIZZICA si balla in coppia, non necessariamente formata da individui dello stesso sesso. A differenza di quanto molti immaginano, la pizzica pizzica tra uomo e donna non era affatto una danza di corteggiamento, o almeno non esclusivamente. Essa infatti si ballava soprattutto in occasioni private e familiari, ed in tali occasioni era molto probabile che a danzare si trovassero parenti anche molto stretti, o individui tra i quali intercorreva una grande differenza d'età. Così il ballo tra un fratello ed una sorella poteva diventare occasione di divertimento e scherzo, come quello tra un anziano e la sua nipotina poteva diventare un momento di apprendimento da parte della seconda dei ruoli, dei passi e dei codici tipici della danza. Tra due uomini invece spesso si creava più tensione, o meglio, competizione, ed il ballo diventava allora un momento di sfida in cui ci si confrontava, esibendole, su doti quali agilità, creatività e prestanza fisica. Un esempio di danza tra due uomini è riscontrabile nella tradizione ostunese, dove è molto facile vedere due uomini ballare insieme ed in cui uno dei due uomini (o a turno), si prende gioco dell'altro riproducendo passi e pose comici o caratteristici della danza femminile.

Pochi e semplici sono i "passi base" tipici di questa danza, in cui più che i passi veri e propri sono le "intenzioni" e le emozioni dei ballerini (e naturalmente la loro capacità di farle emergere) a rendere magico ed affascinante il momento coreutico. Sui passi base poi - costituiti da un corpus di saltelli, su se stessi o in movimento, su due tempi o terzinati - i ballerini ci ricamano, anche inventandoli estemporaneamente, una gran varietà di passi e movimenti, che fanno oscillare la danza tra fasi di calma, di studio dell'altro o attesa a fasi più frenetiche caratterizzate da forti battiti dei piedi sul suolo (più tipici degli uomini), veloci e vorticosi giri su se stessi (caratteristici delle donne), brevi inseguimenti, allontanamenti e repentini avvicinamenti e incroci tra i due ballerini. Il tutto condito dall'euforia dei suoni e delle grida che si scatenano dalla ronda, ossia quel tipico cerchio, composto da musicisti, aspiranti ballerini o curiosi, che si forma spontaneamente dando vita al momento del ballo.

Caratteristico della pizzica pizzica è il "fazzoletto", accessorio immancabile nell'abbigliamento di un tempo, che veniva usato nel momento del ballo per invitare, sventolandolo, il partner prescelto. Oggi è molto abusata la credenza che vuole il fazzoletto come "simbolo d'amore", o di vero e proprio "abbandono" nelle mani della donna, che lo concederebbe durante il ballo solamente al giovanotto che sia stato in grado di rapirle il cuore. Anche se non si può negare in toto che questo semplice accessorio in alcuni casi potesse diventare un vero e proprio simbolo o pegno d'amore che due innamorati si scambiavano durante il ballo, è più probabile che esso venisse utilizzato per animare maggiormente la danza.

Nella danza della pizzica pizzica i ruoli, i sessi e la loro rappresentazione erano e sono molto marcati. Fermo restando che entrambi i ballerini, sia uomini che donne, tengono durante il ballo una postura eretta e composta, i passi che essi eseguono variano e si alternano tra momenti speculari e momenti "complementari". Alle donne va naturalmente il compito di esprimere al meglio, anche attraverso gli accessori tipici dell'abbigliamento femminile (gonne, foulard, scialli), la propria bellezza e femminilità, con passi molto più composti di quelli degli uomini, anche se non mancano i momenti di euforia con brevi corse e giri su se stesse. Le mani della donna spesso sono ferme a reggere la lungha gonna, ed in ogni caso le sue braccia restano sempre chiuse, o protese leggermente in avanti. L'uomo invece, naturalmente, ha il dovere di esprimere, durante la danza la propria virilità, la propria forza, la propria atleticità, e questo compito lo svolge con salti più alti e più marcati, con movimenti più secchi e repentini, con le propie braccia tese e aperte come a voler circondare o abbracciare a distanza la donna. In ogni caso, a rendere più o meno movimentato il ballo è la donna, che attraverso piccole fughe, guizzi, repentini stop e ripartenze, stuzzica l'uomo ad inseguirla, a "braccarla" delicatamente, per poi affrontarlo con giochi di piedi e di sguardi.


(fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Pizzica)

Pizzica leccese
























La pizzica , o, nella sua forma più tradizionale pizzica pizzica, è una danza tradizionale del Salento, sebbene fosse originariamente diffusa in tutta la Puglia e nella Basilicata orientale.

Fa parte della grande famiglia delle tarantelle, come si usa chiamare quel variegato gruppo di danze diffuse fin dall'antichità in tutta l'Italia meridionale.

La pizzica fu considerata l'unica medicina contro il morso delle tarante. Nel Salento di molti anni fa la popolazione era per lo più contadina e viveva a stretto contatto con la terra e gli animali, tra cui i ragni, la tarantola. Durante il raccolto capitava di sentirsi improvvisamente male e svenire. Dopo molti casi non curati dalla medicina tradizionale, si notò che la persona in questione appariva in uno stato di trance continuo e non aveva alcuna reazione ad eccezione di un ballo durante la suonata di alcuni strumenti tra cui, il più importante, il tamburello.

Importanza fondamentale di questo fenomeno è attribuita a San Paolo, il quale compariva ai tarantolati e prevedeva la loro guarigione dopo qualche giorno, alcune settimane, addirittura mesi. Testimonianze di persone viventi che affermano di aver avuto tali esperienze le si trovano in varie zone del Salento.

La pizzica, oltre ad essere suonata nei momenti di festa di singoli gruppi familiari o di intere comunità locali, costituiva anche il principale accompagnamento del rito etnocoreutico del tarantismo. Essa, quindi, veniva eseguita da orchestrine composte da vari strumenti - tra i quali emergevano il tamburello ed il violino per le loro caratteristiche ritmiche e melodiche - con lo scopo di "esorcizzare" le donne tarantate e guarirle, attraverso il ballo che questa musica frenetica scatenava, dal loro male.

La pizzica, suonata per giorni o addirittura settimane per la cura delle tarantate, aveva spesso caratteristiche proprie, che la differenziavano da quella suonata per il ballo. La "pizzica tarantata" - resa famosa dalle registrazioni del maestro violinista Luigi Stifani - o come la chiamavano alcuni, la "taranta", era infatti eseguita con un ritmo in genere più accelerato rispetto a quella classica suonata per il ballo, e molto spesso le tonalità più frequentate erano quelle in minore, capaci di "scazzicare" (ossia stimolare) più facilmente la tarantata grazie al carattere ridondante e malinconico che le tonalità minori appunto posseggono.

Oggi il tarantismo è completamente scomparso, si assiste però alla riscoperta della musica e delle tradizioni popolari (ed in particolare del genere pizzica, che ha portato ad una nuova definizione di "neo-tarantismo").




(fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Pizzica)